L’ora del tè, qualche minuto di tranquillità a metà pomeriggio fin dai tempi dei compiti delle elementari con mamma, nonna e poi anche con Claudia. Spesso un gomito era appoggiato ai libri, alla traduzione di greco o al manuale di comunicazione, mentre l’altro si faceva spazio sulla tovaglietta tra una tazza di tè e qualche biscotto secco. Quei minuti sono sempre stati preziosi, per stare insieme e raccontarci. Ma l’ora del tè ha un suo profondo perché anche quando sono da sola, io e la mia tazza di tè, seguendo i disegni del sole sul pavimento di cucina, per schiarirmi la mente, ricaricarmi di nuove energie o staccare un po’ la spina, sognando quello che sarebbe successo se…
… quello che sarebbe successo se avesse inseguito il suo sogno e avesse trasformato l’ora del tè, il momento che preferiva della giornata, nella sua vita, perché fosse sempre l’ora del tè, per fermare l’orologio in quel momento in cui il bollitore dell’acqua fischia, gli occhi frugano tra i tanti tè sulla mensola per trovare quello adatto allo stato d’animo attuale e la torta sulla tavola aspetta invitante. Seguitemi in questa storia scritta per La Ciliegina e il suo concorso E’ sempre l’ora del tè, ad accompagnare la ricetta di un dolce fresco e limonoso e una tazza di tè fruttato.
E’ SEMPRE L’ORA DEL TE’
Giulia ci aveva pensato tanto, aveva valutato i pro e i contro. Un lavoro sicuro da una parte, dall’altra il rischio e l’avventura: ogni volta che versava il tè nella sua tazza preferita, a volte ambrato, a volte scuro e profondo, a volte di un verde trasparente e dissetante, visualizzava a colori vivaci il suo sogno. Una sala da tè nel paese vicino, le giornate passate sfornando torte e biscotti da servire nel pomeriggio, una selezione di tè che permetteva di fare il giro del mondo seduti comodamente su una poltrona.
Poi un pomeriggio, stringendo in mano la sua tazza di tè fumante, si perse nelle volute di vapore che salivano e la cullavano, si sentì bene e sicura, e prese la sua decisione. Molti giorni, banche, conti e nottate in bianco dopo, appese fiera la sua insegna di legno sopra la porta a vetri della sua sala da tè e tornò dentro nel profumo di burro, zucchero e vaniglia, ad attendere che la campanella sopra la porta suonasse per l’ingresso del primo cliente. Quel tintinnio argenteo non tardò ad arrivare e nei giorni a seguire fu una sinfonia di campanelli.
Non poteva non funzionare: offriva cose semplici, quelle che fanno bene al cuore prima di tutto. Un luogo tranquillo, accogliente, senza pretese, in cui tutti potessero sentirsi a casa, con poltrone di ogni forma e dimensione, sedie colorate, tavolini consumati da anni e anni di servizio poggiati su un pavimento di legno che scricchiolava dolcemente sotto ogni passo. La sua sala da tè era il posto ideale per chi voleva leggere in pace un libro, chiacchierare, lavorare al progetto del cuore o semplicemente ritrovarsi, stringendo in mano una tazza di tè fumante, proprio come era successo a lei quel pomeriggio che aveva preso la decisione che le aveva cambiato la vita.
Il suo orgoglio erano i barattoli di vetro pieni di biscotti: al cioccolato, al limone, con la frutta secca e i profumi orientali o semplici frollini per chi avesse voluto ritrovare il sapore dell’infanzia in un morso. Sul bancone trovavano posto quattro o cinque alzatine bianche con le torte del giorno, che cambiavano in base alle stagioni. Ma ce n’era una che non poteva mancare mai, quella al cioccolato bianco e limone, quella che aveva servito alla prima persona che era entrata con passo sicuro nella sala da tè e nello stesso giorno anche nella sua vita.
Ogni giorno, prima di aprire nel pomeriggio ed iniziare le danze di torte, biscotti e tazze di porcellana tintinnanti, si concedeva un attimo tutto per sé, una tazza di tè e una fetta di torta, spesso quella al limone, per rivivere l’emozione di quegli occhi neri che le avevano sorriso ordinando proprio quella torta e che da allora le sorridevano ogni giorno. Inseguendo il suo sogno e trovando il coraggio di trasformarlo in realtà aveva ricevuto in dono molto di più di quello che aveva osato sperare.
Ecco la ricetta del cuore di Giulia, la torta di limone e cioccolato bianco. In inverno, guarnita con arance caramellate o pere alla cannella, è l’accompagnamento ideale ad una tazza di tè fumante. In estate invece, coronata dai frutti rossi più belli che offre la stagione, sposa alla perfezione un bicchiere di tè ghiacciato. Ha un aroma di limone molto spiccato, addolcito dalla presenza nell’impasto del cioccolato bianco: la copertura di crema al mascarpone e frutta è seducente per l’occhio, ma il dolce è buonissimo anche così da solo, con una spolverata di zucchero a velo. E’ semplice, come lo devono essere i dolci da accompagnare al tè.
QUATTRO QUARTI AL LIMONE E CIOCCOLATO BIANCO
La ricetta di base è quella del quattro quarti: pertanto, pesate le uova ancora con il guscio ed usate lo stesso peso di farina, zucchero e grasso. In questo caso la componente grassa è data da burro e cioccolato bianco. Ho anche ridotto leggermente la quantità dello zucchero perché alla fine la torta non risultasse eccessivamente dolce, data la presenza del cioccolato. Mi raccomando, scegliete limoni biologici per poter usare senza pensiero la buccia grattata.
Ingredienti:
- 4 uova medie a temperatura ambiente (ca. 260 g)
- 200 g di zucchero semolato
- 100 g di cioccolato bianco, fuso
- 150 g di burro, sciolto
- 3 limoni bio, succo e buccia grattata
- 250 g di farina 00
- 1/2 bustina di lievito (ca. 8 g)
Per la decorazione:
- 250 g di mascarpone
- 100 ml di panna, montata
- buccia grattata di 1 limone biologico
- 2 cucchiai di zucchero a velo
- fragole e ciliegie
- menta o salvia ananas
Procedimento
- Preriscalda il forno a 180°C, sciogli il cioccolato bianco a bagnomaria e il burro su fuoco dolce o al microonde.
- Monta le uova con lo zucchero finché non diventano bianche e spumose. Versa il burro fuso e il cioccolato bianco a filo sulle uova e monta con le fruste finché non sono perfettamente incorporati.
- Setaccia la farina con il lievito ed aggiungila all’impasto insieme alla buccia di limone grattata e al succo filtrato dei tre limoni. Mescola finché non è tutto omogeneo.
- Versa l’impasto in uno stampo rettangolare da plum cake precedentemente imburrato ed infarinato e cuocilo in forno caldo per circa 1 ora. Quando la torta sarà dorata all’esterno ed asciutta all’interno (fai la prova con uno stuzzicadenti), toglila dal forno e lasciala raffreddare completamente prima di guarnirla.
- Prepara la crema per decorare la torta mescolando con le fruste il mascarpone con la panna montata, 2 cucchiai di zucchero a velo e la buccia grattata di un limone. Stendi con un cucchiaio la crema di mascarpone sulla torta, poi decora con fragole e ciliegie e qualche fogliolina di menta. Servi subito o tieni la torta al fresco fino al momento di mangiarla.
Il tè abbinato. Ho scelto il mio tè preferito del momento, comprato a Londra al Greenwich market. E’ il Notting Hill di Wilkins and Edwards, un tè nero aromatizzato con mango, frutto della passione, arancio e calendula, buono caldo senza nessuna aggiunta o anche freddo con una fetta di limone. E’ forte, energizzante e fruttato, perfetto per accompagnare una fetta di quattro quarti al limone.
Non so quanti di voi mi abbiano seguita fino in fondo, ma ormai spendo le ultime parole per ringraziare Tuki – Ciliegina, Acilia e KitchenAid per questo meraviglioso contest, E’ sempre l’ora del tè: sbocconcellando la mia torta al limone e bevendo il mio tè freddo oggi pomeriggio ho sognato una vita che potrebbe essere vera, se solo…
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